Éva Fahidi (1925-2023) aveva 18 anni quando fu deportata ad Auschwitz-Birkenau, una fra gli oltre quattrocentomila ebrei ungheresi che nel 1944 furono mandati nei campi di concentramento nazisti nell’arco di tre mesi. Nel campo di sterminio ha perduto i genitori, la sorella Gilike e decine di parenti, e per tanti anni ha evitato di parlare di quella tragica esperienza. Dopo una visita ad Auschwitz nel 2003, cinquantanove anni dopo essere stata liberata, ha sentito la necessità di lasciare al mondo la sua testimonianza. 

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